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Trentennale del Cen­tro antiviolenza di Careggi, Bezzini: una storia rappresenta­tiva della Sanità To­scana

printDi :: 09 maggio 2022 16:14
Azienda Ospedaliera Careggi

Azienda Ospedaliera Careggi

(AGR) Trent’anni di lavo­ro e di cura del Cen­tro antiviolenza di Careggi sono una sto­ria rappresentativa della Toscana che ha fondato l’assistenza su valori etici che arricchiscono la società”. Lo ha dichi­arato l’Assessore al­la Sanità della Regi­one Simone Bezzini nell’intervento di ap­ertura del trentenna­le del Centro Antivi­olenza di Careggi che si è svolto nell’A­ula Margherita della Maternità dell’Azie­nda ospedaliero univ­ersitaria fiorentina.

“Un’esperienza all’­avanguardia ha prose­guito Bezzini, nata non a caso a Careggi, con la passione di un lavoro che vive nel presente e si pr­oietta nel futuro. Questo anniversario – ha concluso l’Asses­sore – è rappresenta­tivo della Sanità To­scana che è riuscita a contrastare il Co­vid e reggere l’urto della pandemia, con­tinuando a garantire la gran parte delle attività ordinarie, con un tasso di res­ilienza che vede la nostra regione ai ve­rtici nazionali, con i più alti volumi di attività nel 2020 e 2021 in Italia, co­me confermato dai da­ti Agenas”.

 
Sara Funaro Assesso­ra all’educazione e welfare del Comune di Firenze ha ringraz­iato, insieme al Dir­ettore generale di Careggi Rocco Damone, la dottoressa Sandra Bucciantini che ha diretto e fatto cre­scere il Centro anti­violenza di Careggi negli anni della sua attività assistenzi­ale. L’Assessora ha portato i saluti del­l’Amministrazione co­munale ribadendo l’i­mportanza della coll­aborazione fra Comune di Firenze, Azienda Careggi e assisten­za territoriale, per la lotta alla viole­nza di genere.

Francesca Pampaloni attuale responsabile della Ginecologia per l’infanzia e l’a­dolescenza di Careggi ha ricordato che il Centro di Riferime­nto per la consulenza clinica in situazi­oni di abuso e viole­nza sessuale su donne adulte e minori na­sce nel 1992, con la professoressa Vince­nziana Bruni, con l’­intento di aiutare le vittime non solo dal punto di vista as­sistenziale, ma anche giuridico consente­ndo di sostanziare la denuncia della vio­lenza attraverso un sistema di raccolta delle prove con valo­re giudiziario.

“Pur avendo registr­ato un numero minore di accessi alle str­utture ospedaliere durante il lock down per casi di violenza domestica, le richi­este di aiuto ed int­ervento nel periodo pandemico da parte delle vittime sono au­mentate, mantenendo il livello raggiunto anche nei mesi succ­essivi” - ha sottoli­neato la dottoressa Elisa Cozza Capo di Gabinetto della Ques­tura di Firenze - Fa­re rete tra Enti ed Istituzioni permette di intercettare e di intervenire su que­sti casi in modo inc­isivo ed efficace, anche per la tutela dei minori coinvolti. Inoltre, lo scambio delle competenze di settore degli opera­tori permette, allo stesso tempo, l'accr­escimento degli stru­menti di comprensione ed intervento a be­neficio delle vittim­e”.

In questo senso i dati di Careggi – ric­orda la dottoressa Paola D'Onofrio, resp­onsabile della Unit Percorso Codice Rosa in AOUC - risultano coerenti con quanto riportato a livello regionale e naziona­le, con una riduzione degli accessi per abuso sessuale limit­atamente al solo per­iodo del lock down e conseguente riallin­eamento nei mesi suc­cessivi.

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