PARMA RISCOPRE LA PREVENZIONE COME CULTURA CIVICA. IL SUCCESSO DEL FESTIVAL PREVENTO 2025
Una cura che non riguarda solo la salute fisica, ma il benessere delle relazioni, la qualità della vita nei quartieri, la fiducia sociale. Perché — come hanno ricordato gli organizzatori — “la prevenzione non si fa da soli, ma si costruisce insieme”.

(AGR) Parma si è risvegliata, sabato 4 ottobre, con un’aria diversa. Nelle piazze del centro storico si respirava un’energia fatta di curiosità, dialogo e partecipazione. La città ha ospitato la prima edizione di Prevento 2025, il Festival dei Giovani, della Prevenzione e della Coesione Sociale, un esperimento coraggioso che ha trasformato per un giorno la prevenzione da parola tecnica in esperienza collettiva.Promosso dall’Associazione Controllo di Vicinato, con la sapiente organizzazione di Riccardo Lodi, di Gianni Mascitti e il contributo del Consiglio scientifico, e da S.O.L.E. Italia, con il patrocinio del Comune di Parma, Prevento ha messo insieme istituzioni, scuole, associazioni e semplici cittadini, con l’obiettivo di costruire una nuova consapevolezza sul valore della cura reciproca. Una cura che non riguarda solo la salute fisica, ma il benessere delle relazioni, la qualità della vita nei quartieri, la fiducia sociale. Perché — come hanno ricordato gli organizzatori — “la prevenzione non si fa da soli, ma si costruisce insieme”.
Fin dal mattino Palazzo del Governatore, Piazza Garibaldi e Piazza Ghiaia si sono riempiti di persone di tutte le età. In contemporanea si sono svolti incontri, laboratori, momenti di formazione e spazi creativi pensati per far dialogare linguaggi diversi: quello dei tecnici e dei ricercatori, ma anche quello delle famiglie, dei bambini, dei giovani. La parola “prevenzione” è uscita dagli ambulatori e dai documenti amministrativi per incontrare la vita quotidiana, le emozioni, la dimensione concreta del vivere insieme. Nelle sale del Palazzo del Governatore si sono alternati interventi di esperti, educatori, psicologi e amministratori pubblici, chiamati a riflettere sul modo in cui le comunità possono prendersi cura di se stesse. Si è parlato di salute mentale e benessere relazionale, ma anche di educazione civica, partecipazione, sicurezza e coesione. Temi che, intrecciati, delineano l’idea di una città “che previene” perché si ascolta, si conosce e si aiuta.All’esterno, in Piazza Garibaldi, i laboratori e le attività per famiglie hanno reso visibile la parte più giocosa e sperimentale del festival. Bambini e genitori hanno partecipato a giochi emozionali, percorsi sensoriali e attività artistiche, mentre nel pomeriggio si è tenuto Prevento Critico, un momento aperto ai giovani e alle scuole superiori. Qui studenti e studentesse hanno preso la parola, raccontando esperienze di cittadinanza attiva, progetti di volontariato e idee per costruire città più inclusive. Un passaggio simbolico, che ha voluto ribadire che la prevenzione è prima di tutto responsabilità delle nuove generazioni, ma che gli adulti devono saper accompagnare e ascoltare.
Restano, certo, alcune domande aperte. Sarà possibile trasformare un evento in un percorso duraturo? Riusciranno le istituzioni a dare continuità al dialogo avviato in piazza? E soprattutto, quanto spazio reale verrà dato alle proposte dei giovani che, per una volta, non sono stati solo destinatari ma protagonisti del discorso pubblico? Domande necessarie, che non cancellano però la sensazione diffusa, alla fine della giornata, di aver assistito a qualcosa di nuovo. Prevento 2025 ha mostrato che la prevenzione può essere raccontata e vissuta in modo diverso: come pratica di cittadinanza, come linguaggio di cura e come occasione per costruire comunità più umane. Parma, per un giorno, è riuscita a trasformare la prevenzione in festa — e non è poco.
di Monica Cocconi
















