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Bacino del Sarno, sequestrato stabilimento industriale di prodotti per edilizia, scaricava acque reflue nel torrente Cavaiola

Emesso un decreto di sequestro preventivo di un impianto operante a Nocera Superiore su una superficie di circa 20.000 mq, noto stabilimento industriale per la produzione di materiali edili che scaricava la acque reflue senza autorizzazioni nel Cavaiola

printDi :: 17 febbraio 2021 18:17
Bacino del Sarno, sequestrato stabilimento industriale di prodotti per edilizia, scaricava acque reflue nel torrente Cavaiola

(AGR) Proseguono le indagini della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore ed i controlli dei Carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale nei confronti delle aziende operanti nel bacino del fiume Sarno e dai suoi affluenti al fine di perseguire le attività illegali che contribuiscono all'inquinamento del corso d'acqua. In tal senso, nel corso delle ultime settimane, i Carabinieri del NOE di Salerno, hanno effettuato ulteriori verifiche presso i capannoni industriali presenti nell'area di bacino del Sarno e dei suoi principali affluenti, i torrenti Solofrana e Cavaiola.

Stamane, a conclusione di indagini disposte dal Sostituto Procuratore Dott. Roberto Lenza e coordinate dal Procuratore della Repubblica Dott. Antonio Centore, nel più ampio quadro delle attività di controllo tese alla repressione di reati ambientali consumati nelle aree rientranti nel Bacino Idrografico del fiume Sarno è stato emesso un decreto di sequestro preventivo di un impianto operante a Nocera Superiore su una superficie di circa 20.000 mq, noto stabilimento industriale per la produzione di conglomerati cementizi e dotato di un impianto di frantumazione ed un impianto di produzione di calcestruzzo. Al termine delle indagini i legali rappresentanti della società sono stati deferiti in stato di libertà per i reati connessi allo scarico illecito di reflui industriali. Nel corso del sopralluogo i Militari del Noe hanno accertato che l'azienda non è in possesso di alcuna autorizzazione allo scarico nel fiume delle acque reflue industriali prodotte che venivano, pertanto, convogliate, illecitamente, nell'Alveo S. Croce affluente del torrente Cavaiola.

 
Si è accertato, altresì, che i reflui di dilavamento dei piazzali, interessati dallo stoccaggio di consistenti quantità di materiali e rifiuti inerti ed inevitabilmente anche dall'esercizio di operazioni connesse con le attività (operazioni di carico e scarico da parte di autocarri e di rifornimento carburante/gasolio con rilascio di oli od idrocarburi), trasportando con sé elementi residuali inquinanti connessi all'attività produttiva e miscelandosi con questi, perdono la loro connotazione originaria di fenomeno naturale, neutro per l'ecosistema, per acquisire, invece, gli elementi tipici dei reflui industriali, dannosi per l'ambiente.

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