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Caltanissetta, muore nella casa di riposo, arrestato amministratore unico

Svolta nelle indagini per la morte di un'anziana ospite di una casa di riposo. Agli arresti domiciliari per l'amministratore unico. Dall' esame autoptico e tossicologico sarebbe emersa una somministrazione alla donna di un farmaco a base di “promazina”

printDi :: 19 febbraio 2021 15:05
Caltanissetta, muore nella casa di riposo, arrestato amministratore unico

(AGR) Questa mattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caltanissetta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal GIP di Caltanissetta con la quale si dispone la custodia cautelare agli arresti domiciliari ed il divieto dall’esercizio di attività professionale nei confronti di G. C., 46enne di San Cataldo, amministratore unico di una comunità alloggio per anziani, per i reati di omicidio colposo e maltrattamenti ai danni di anziani. Contestualmente sono state notificate a quattro operatori della struttura altrettante misure di divieto ad esercitare la professione presso comunità alloggio e si è proceduto al sequestro preventivo della casa di riposo, delle quote societarie e del compendio aziendale (per un rilevante valore economico).

Il provvedimento trae origine da un’indagine condotta da personale del Nucleo Investigativo, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta, tesa ad individuare le responsabilità riferibili alla morte di un’ospite, nata Santa Caterina Villarmosa (CL) il 03.05.1932, deceduta in data 29.07.2017 presso la citata casa di riposo sita in San Cataldo (CL).

 
La morte apparve da subito “anomala”, potendosi configurare l’ipotesi di maltrattamenti verso l’anziana donna quando questa era in vita giacché, immobilizzata a letto, le venivano somministrati dei medicinali, in dosi maggiori, per farla stare tranquilla.

Dal successivo esame autoptico e tossicologico emergeva una somministrazione del farmaco a base di “promazina”, psicofarmaco neurolettico che si prescrive ai pazienti con problemi schizofrenici e molto agitati, somministrato alla donna poche ore prima del decesso. Le risultanze emerse dall’esame tossicologico indicavano la possibilità che all’anziana il farmaco contente “promazina” fosse stato somministrato all’interno della casa di riposo, causandone il decesso per aritmia maligna.

Nel corso delle indagini venivano raccolti elementi circa:

a) la responsabilità dell’amministratore per il decesso dell’anziana, in concorso con altro soggetto allo stato ignoto, per aver omesso di assumere un infermiere professionale per l’applicazione delle terapie farmacologiche ai clienti della struttura;

b) la gravità delle condotte ai danni di soggetti ricoverati da parte dei gestori e del personale della Casa di Riposo;

c) le numerose irregolarità sulla gestione della struttura, sull’assistenza agli anziani, sulla somministrazione delle terapie farmacologiche nonché sul trattamento umano.

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