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Roma, sedicente medico prospettava terapie innovative per la cura dell'autismo, arrestato per truffa 63enne

Il sedicente medico prescriveva un percorso di terapia descritto come innovativo e sperimentale, attraverso l’utilizzo del “trapianto di cellule staminali” che, nel tempo, unitamente ad una riduzione dei costi delle cure, avrebbe comportato , un miglioramento

printDi :: 05 giugno 2025 12:01
Roma, sedicente medico prospettava terapie innovative per la cura dell'autismo, arrestato per truffa 63enne

(AGR) La Polizia di Stato di Roma, a seguito di indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Roma, nei confronti di un sessantatreenne di nazionalità argentina, gravemente indiziato dei reati di esercizio abusivo della professione medica su territorio italiano (attesa l’inesistente iscrizione presso l’apposito Albo Nazionale e l’assenza del provvedimento della Regione Lazio per l’esercizio dell’attività di medico straniero in Italia) e di  truffa aggravata  ai danni di persone offese, approfittando della loro vulnerabilità psicologica, perché   in forte apprensione per  le sorti  del  figlio  minore affetto da grave  forma di autismo.

 Le indagini condotte dal locale Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica, hanno avuto origine dalla denuncia sporta dai genitori di un quindicenne con disturbi neurologici, i quali si erano rivolti al professionista argentino in quanto ritenuto “luminare” per quel tipo di patologia, sulla base di informazioni acquisite online, da cui risultava un curriculum ben strutturato sulla pratica di terapie altamente innovative. Lo stesso sedicente medico infatti millantava di essere stato il costante riferimento sanitario di Sua Santità Papa Giovanni Paolo II, nonché quello di 54 Cardinali in carica, circostanze poi smentite in sede di accurati accertamenti investigativi.

 
Il sedicente medico prescriveva dunque al bambino un percorso di terapia descritto come innovativo e sperimentale, attraverso l’utilizzo del “trapianto di cellule staminali” che, nel tempo, unitamente ad una riduzione dei costi delle cure, avrebbe comportato , un notevole miglioramento sotto diversi aspetti: da quello comportamentale a quello del linguaggio. Il percorso terapeutico, durato 2 anni,  per il quale sono stati versati dalla famiglia circa 30 mila euro in contanti, conseguiti dal sedicente medico con “abilità collaudata e glaciale scaltrezza”, ha comportato continue somministrazioni di sostanze vietate (prodotti  olezzanti, con  data  di scadenza   superata e certamente guasti).

Durante le indagini la Polizia Postale, su delega della Procura della Repubblica di Roma, ha eseguito un’accurata perquisizione presso l’abitazione del sedicente professionista, ove venivano rinvenute circa 400 schede personali di pazienti, ancora da identificare compiutamente, di cui alcuni affetti da gravi forme di autismo, nonché numerose provette di laboratorio contenenti esami di urina, sangue e numerose confezioni sigillate di medicinali scaduti da anni.

Il materiale oggetto di campionatura e di repertazione con l’ausilio del personale tecnico della Polizia Scientifica di Roma, successivamente analizzato, dall’Istituto Superiore della Sanità, confermavano l’assoluto divieto di somministrazione delle sostanze rinvenute, non essendo classificabili come farmaci autorizzati né come integratori alimentari, peraltro essendo soggette a specifiche procedure di smaltimento.

Oltre alla applicazione della misura personale, il Giudice per le indagini preliminari di Roma su richiesta dell’ufficio della Procura della Repubblica ha disposto il sequestro preventivo dei siti internet, utilizzati dall’indagato per vendere integratori e pubblicizzare la propria attività, mediante oscuramento delle pagine web e la conseguente disabilitazione dei relativi domini da notificare a tutti gli ISP presenti sul territorio.

 L’indagato è da ritenersi innocente fino a sentenza definitiva. Quanto sopra, infatti, comunica, nel rispetto dell’ indagato che è da ritenere presunto innocente, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca Costituzionalmente garantito.

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