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Tivoli, morto per overdose di eroina nel luglio 2024, due italiani ai domiciliari, indagato pusher 30enne, avrebbero ceduto la dose mortale alla vittima

L’attività investigativa ha anche messo in luce un più ampio contesto criminale, evidenziando come il 66enne ai domiciliari, dipendente pubblico, svolgesse abitualmente un ruolo di intermediario nel traffico di droga tra acquirenti e pusher operanti nelle zone di Ponte di Nona e Tor Bella Monaca.

printDi :: 02 luglio 2025 17:30
Carabinieri Tivoli

Carabinieri Tivoli

(AGR) Si comunica, nel rispetto dei diritti degli indagati (da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell'attuale fase del procedimento - indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito che dalle prime ore di oggi, nei Comuni di Roma, Tivoli e Ciciliano, i Carabinieri della Compagnia di Tivoli hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare – emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Tivoli su richiesta della locale Procura della Repubblica – a carico di 3 uomini, un 66enne e un 74enne italiani destinatari della misura degli arresti domiciliari, un 30enne gambiano destinatario dell’obbligo di presentazione alla P.G., gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di morte come conseguenza di altro delitto, detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e peculato.

Un’intensa e articolata attività investigativa, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Tivoli sotto la direzione della Procura della Repubblica di Tivoli, ha portato all’emissione di un provvedimento nei confronti di tre persone indagate per il grave episodio che ha causato la morte per overdose da eroina di un uomo di 66 anni, avvenuto nella mattinata del 30 luglio 2024.

 
Le indagini, avviate tempestivamente a seguito del decesso, hanno permesso di ricostruire con grande precisione l’intera dinamica degli eventi che si sono svolti nell’abitazione in cui la vittima ha perso la vita. Grazie ad un meticoloso lavoro investigativo, è stato possibile identificare con esattezza le persone coinvolte nella cessione della sostanza stupefacente e ricostruire il percorso attraverso il quale la droga è giunta nelle mani della vittima.

Dalle attività svolte è emerso che, nella mattinata del 30 luglio, la vittima si era recata presso l’abitazione di un suo conoscente 74enne, in compagnia di un altro uomo di 66 anni, dipendente di un ente pubblico. Entrambi i soggetti avevano procurato e fornito l’eroina utilizzata dalla vittima, nonostante fossero pienamente consapevoli delle sue precarie condizioni di salute.

In particolare, il dipendente pubblico si era accordato con l’uomo 74enne per procurargli la sostanza stupefacente in cambio di una dose di eroina. Per questo motivo, aveva accompagnato quest’ultimo presso la nota piazza di spaccio di Ponte di Nona, dove lo stupefacente è stato acquistato da un pusher di 30 anni, originario del Gambia. Successivamente, i due si erano recati presso l’abitazione del 74enne, dove la vittima ha consumato la dose letale tramite iniezione endovenosa, causando il tragico esito.

L’attività investigativa ha anche messo in luce un più ampio contesto criminale, evidenziando come il dipendente pubblico svolgesse abitualmente un ruolo di intermediario nel traffico di droga tra acquirenti e pusher operanti nelle zone di Ponte di Nona e Tor Bella Monaca. In cambio di alcune dosi di sostanza stupefacente, accompagnava personalmente gli acquirenti dai fornitori, divenendo agli occhi degli stessi una figura di riferimento affidabile e un vero e proprio “garante” della buona riuscita delle compravendite.

Ulteriore gravità è stata riscontrata nell’utilizzo, da parte del dipendente pubblico, di un’autovettura di servizio dell’ente di appartenenza, dotata di lampeggiante, per recarsi presso le piazze di spaccio anche durante l’orario di lavoro. Tale modalità operativa sembrerebbe essere stata scelta con l’intento di eludere eventuali controlli delle forze dell’ordine, approfittando della copertura garantita dal mezzo istituzionale. È stato infatti documentato come l’acquisto di eroina avvenuto il 30 luglio si sia svolto con l’utilizzo dello stesso veicolo.

Le indagini hanno inoltre evidenziato che il dipendente pubblico consumava talvolta la sostanza stupefacente insieme agli acquirenti, anche all’interno dell’autovettura di servizio, confermando così la sua profonda immersione nelle dinamiche dello spaccio locale.Un pusher, già identificato, è attualmente sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, misura disposta dall’Autorità Giudiziaria in seguito agli elementi raccolti.

Quanto sopra, si comunica, nel rispetto degli indagati che sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

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