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“GRIDO D’AMORE EDITH PIAF”
dal 9 all' 11 maggio al Teatro di Villa Lazzaroni a Roma

Gianni De Feo, una fisarmonica e le struggenti melodie della chanteuse réaliste 9/10|11 MAGGIO 2025 Al Teatro di Villa Lazzaroni Via Appia Nuova, 522 - Via Tommaso Fortifiocca, 71 Roma

printDi :: 23 aprile 2025 18:45
Il mito di edith Piaf al Teatro lazzaroni

Il mito di edith Piaf al Teatro lazzaroni

(AGR) “GRIDO D’AMORE EDITH PIAF” il 9/10|11 Maggio 2025, al Teatro di Villa Lazzaroni Via Appia Nuova, 522 - Via Tommaso Fortifiocca, 71 Roma, per rivivere il talento, il cuore e il tormento di Edith Piaf . attraverso la voce di Gianni De Feo e le nostalgiche note della fisarmonica di Marcello Fiorini “GRIDO D’AMORE EDITH PIAF” Sarà in scena da venerdì 9 a domenica 11 maggio al Teatro di Villa Lazzaroni lo spettacolo “GRIDO D’AMORE EDITH PIAF” di Ennio Speranza, diretto e interpretato da Gianni De Feo con Marcello Fiorini alla fisarmonica, scene e costumi di Roberto Rinaldi. Tanto coraggio e tanto lavoro sono solo alcune delle qualità artistiche dell’attore-cantante Gianni De Feo, che in questa occasione ha voluto cimentarsi in un’impresa tanto insidiosa quanto affascinante. Accompagnato dalla fisarmonica di Marcello Fiorini, De Feo interpreta al maschile parte dell’immenso repertorio musicale della mitica Chanteuse francese degli anni 40/50 e lo fa con estrema cautela e rispetto limitandosi, a suo dire, ad evocarne l’essenza emotiva, osservandone dall’esterno la gestualità, il ritmo, la fissità dello sguardo, la vibrazione vocale.

Un’omaggio alla divina Edith Piaf (il Passerotto), frutto di una ricerca interpretativa che da vita a un racconto in costante equilibrio tra passato e presente, tra ironia e leggerezza per riportare alla memoria quel mito dalla voce unica, dall’impatto emotivo devastante, innamorata dell’amore. Numerose le sfumature della sua voce, ma quel suono vibrato dalla erre arrotondata che solo lei è stata capace di riprodurre, scuote l’anima e il corpo, lasciando ogni ascoltatore ostaggio di un turbinio di emozioni e brividi. Cosa ha rappresentato e cosa rappresenta la Chanteuse parigina per i francesi e per il mondo intero c’e lo dice la sua storia, le sue canzoni e soprattutto la sua voce inconfondibile: un’impronta indelebile nel cuore e nella memoria.

 
L’enfant prodige della letteratura francese del novecento, Jean Cocteau poeta, saggista e scrittore autore del libro “I ragazzi terribili”, vicino alla Divina Edith Piaf, scrisse di lei che la sua voce aveva un impatto emotivo devastante. Aggiunse anche, con la forza descrittiva che si conviene ai grandi della letteratura, ” esce dalle viscere,che la veste dai piedi alla testa,in un’onda che si sommerge, ci attraversa, penetra in noi”. Il Passerotto così era chiamata per la sua statura minuta, non ebbe un’infanzia felice anzi, piuttosto complicata. Edith Piaf, pseudonimo di Edith Giovanna Gassion, nacque a Parigi nel 1915, da genitori artisti di strada dalla vita irregolare e in un periodo storico assai complicato (primo conflitto mondiale). La piccola Edith, negli anni venti, dovette, suo malgrado, esibirsi anche lei per le strade di Parigi in soccorso ai genitori in difficoltà, e la sua vocina, rabbiosa e profonda, conquistava già l’ammirazione dei passanti. Si dice che tutto nasce per caso o forse no, comunque sia, anni dopo, un impresario di Parigi, tale Louis Leplée dopo avere ascoltato la voce graffiante e piena di rabbia dell’allora ventenne Edith, le fece firmare il primo contratto dando, di fatto il via alla sua folgorante carriera: une étoile est née. Sebbene colpita da dolorosi eventi nel corso della sua vita (la perdita di una figlia) , Edith conservò la sua personalità colta, sensibile e ricca di sfumature, fece persino da mecenate per numerosi artisti emergenti del tempo, da letterati a Chanteurs ( Yves Montand, Charles Aznavour, Eddie Constantine, Norbert Glanzberg, Gilbert Bécaud, Georges Moustaki etc.). Autrice instancabile di numerosissimi testi , (La Vie en rose - Milord - Non, je ne regrette rien - La Vie, l’Amour - Himne a l’(amour, Paris etc.) con le sue canzoni seppe immortalare il sentimento dell’amore con sfumature e colori dal sapore favoleggiante. Nella Parigi fumosa sognante e romantica del secondo dopoguerra con la sua voce commovente seppe trasformare in canzoni quei ritratti poetici tirati fuori dagli amori nati tra le panchine dei Boulevard parigini e da quel rinnovato desiderio di innamorarsi e di vivere l’amore.

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