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Percorsi possibili in tempi di crisi

print28 novembre 2014 18:40
(AGR) (Agr) La crisi di questi anni ha amplificato il tema delle disuguaglianze sociali e le azioni di contrasto a tali fenomeni. Disuguaglianze di reddito, di opportunità, di soddisfazione per la qualità della vita. In tale contesto, caratterizzato da precarietà nel lavoro e fragilità nei rapporti sociali, le politiche macroeconomiche messe in campo dai differenti governi mostrano la corda. Occorrono quindi nuove proposte (che vadano oltre le vecchie medicine delle politiche economiche keynesiane) supportate da inediti strumenti di intervento E’ quanto si propone Aldo Eduardo Carra, con il libro Più uguaglianza, più benessere, Percorsi possibili in tempi di crisi (Ediesse edizioni). L’autore, prendendo spunto dalle differenti forme e dalle numerose variabili che spiegano la disuguaglianza nel corso della storia, propone al lettore progetti «definiti e misurabili» dall’alto e dal basso, individuando anche nuovi indicatori di Benessere e Equo e Sostenibile. Si tratta insomma, scrive Carra riprendendo quanto affermato in altri suoi interventi, «di ridimensionare il Pil come unico indicatore di benessere e focalizzare l’attenzione dei policy makers, degli operatori dell’informazione, degli studiosi di varie discipline sulle tante facce del benessere delle persone che vanno ben oltre la misurazione del prodotto interno lordo». Il riferimento va al lavoro della Commissione Istat-Cnel che ha individuato dodici «domini» di benessere: Lavoro, Benessere economico, Salute, Istruzione e formazione, Relazioni Sociali, Politica ed Istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e Patrimonio Culturale, Ambiente, Ricerca ed Innovazione, Qualità dei servizi. All’interno dei quali sono stati individuati degli indicatori specifici che registrano l’evoluzione di ciascun fenomeno e quali disuguaglianze si evidenziano nelle diverse aree del paese, quali tra uomini e donne, quali tra le diverse generazioni. E a proposito di quest’ultime e per prevenire conflitti generazionali, fondamentale è richiamare l’attenzione sul binomio istruzione-lavoro: perché sono gli studenti di oggi i lavoratori di domani. Una migliore distribuzione delle conoscenze resta allora un ulteriore obiettivo da perseguire, per rompere la dimensione ereditaria e intergenerazionale dell’esclusione sociale. Una maggiore integrazione della scuola con il mondo del lavoro fornisce agli studenti maggiori elementi per una scelta consapevole e non predeterminata rispetto alle condizioni sociali, economiche e culturali di partenza. Anche perché il rischio è quello di un semplice cambiamento di facciata, dietro la quale la meritocrazia non è altro che una piatta «ratifica del privilegio» e non conseguenza di una effettiva uguaglianza delle opportunità tra le persone. Più uguaglianza, più benessere, Percorsi possibili in tempi di crisi (Ediesse edizioni).

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