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Amianto killer, Fincantieri condannata a risarcire i familiari di un carpentiere deceduto per l’esposizione a bordo delle navi

Il Tribunale di Ancona ha condannato Fincantieri S.p.A. a risarcire un operaio che aveva lavorato nei cantieri navali di Ancona. Alla vedova e familiari più di 600mila euro di risarcimento Ezio Bonanni (ONA): “ennesima condanna per aver violato tutte le misure di sicurezza”

printDi :: 20 luglio 2023 15:54
Amianto killere cartello pericolo esposizione

Amianto killere cartello pericolo esposizione

(AGR) di Donatella Gimigliano 

Il Tribunale di Ancona ha condannato Fincantieri S.p.A., azienda italiana operante nel settore della cantieristica navale, a risarcire il danno provocato ai familiari di un dipendente deceduto a causa dell’esposizione ad amianto avvenuta durante la sua attività lavorativa.

 
Per più di trent’anni, l’operaio e carpentiere aveva lavorato nei cantieri di Ancora dell’azienda, esponendosi ogni giorno all’amianto a bordo delle navi in costruzione. Questo causò alla vittima l’asbestosi, patologia tipicamente correlata alla fibra killer, che ha poi portato allo sviluppo di un grave carcinoma polmonare che lo ha condotto alla morte nel 2017.

La famiglia si è quindi rivolta all’Osservatorio Nazionale Amianto che, attraverso la difesa legale del presidente dell’associazione, avv. Ezio Bonanni, ha prima di tutto ottenuto il riconoscimento da parte dell’INAIL, con la liquidazione della rendita in favore della vedova, e poi ha chiesto alla Fincantieri S.p.A. il risarcimento del danno, in quanto responsabile della morte dell’operaio.

L’azienda ha tentato di negare le sue responsabilità, e in corso di causa sono stati sentiti i colleghi di lavoro del defunto (i pochi ancora rimasti in vita, perché tutti gli altri sono deceduti per mesotelioma, tumore del polmone, asbestosi e altri cancri) che hanno riferito che l’amianto è stato utilizzato senza restrizioni nel cantiere navale, agli ordini dei dirigenti, e in seguito all’espletamento della perizia medico legale è risultato che la morte fu dovuta proprio all’amianto utilizzato nel cantiere, e al fatto che l’operaio e i suoi colleghi fossero privi delle maschere protettive.

Alla moglie spetteranno quindi 224mila euro di risarcimento, cifra che comprende sia i danni richiesti come erede sia quelli sofferti personalmente. Ai due figli invece sono stati liquidati 183.500 euro ciascuno. Infine ai quattro nipoti spettano 12mila euro ciascuno. Inoltre la coniuge, oltre la rendita Inail, ha ottenuto anche il Fondo Vittime Amianto che si somma alla pensione di reversibilità.

«Siamo di fronte all’ennesima condanna a carico di Fincantieri, non si comprendono le ragioni per le quali abbia continuato ad utilizzare amianto, ancora negli anni ’90, prima della messa al bando con la L. 257/92, e che abbia omesso di informare le maestranze che questo minerale fosse un killer, capace di provocare morte, come purtroppo si è verificato perché sono state violate tutte le misure di sicurezza” – ha dichiarato l’avvocato Bonanni.

L’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, ha istituito l’ufficio vertenze per la tutela delle vittime amianto Fincantieri. Le vittime possono rivolgersi al numero verde [800 034 294], e chiedere l’assistenza e la consulenza con lo sportello amianto on-line: https://onanotiziarioamianto.it/sportello-amianto-ona-nei-territori/

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