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Esposizione all'amianto, anche l'Enel condannata al risarcimento danni alla famiglia di un dipendente

Il Tribunale di Pisa a 12 anni dalla morte dell'uomo condanna l’azienda al risarcimento dei danni alla famiglia. L’allarme di Ezio Bonanni (ONA): “Val di Cecina e province limitrofe colpite da una vera e propria epidemia di patologie asbesto correlate dovute all’inquinamento”

printDi :: 10 dicembre 2021 09:26
Esposizione all'amianto, anche l'Enel condannata al risarcimento danni alla famiglia di un dipendente

(AGR) di Donatella Gimigliano

Il giudice del Tribunale di Pisa, Sezione Lavoro, Franco Piragine, ha condannato l'Enel S.p.A. al risarcimento dei danni per la malattia e la morte per mesotelioma pleurico di origine professionale dell’ex dipendente, Danilo Fedeli, deceduto il 19 aprile 2019 a 69 anni lasciando la moglie Carmelina, e due figli, Barbara e Simone.

 
Per ottenere il risarcimento del danno i familiari del defunto che: “Ha guidato pullman nella Valdcicecina per più di 30 anni venendo anche a contatto con i lavoratori delle fabbriche che, ignari, salivano e scendevano dai mezzi senza togliersi la tuta intrisa da amianto” - racconta la figlia Barbara, si sono rivolti all’Osservatorio Nazionale Amianto Val di Cecina, che a sua volta ha investito della tutela legale il suo Presidente Nazionale, avv. Ezio Bonanni, e l’avv. Massimiliano Deiana. I due legali hanno quindi depositato il ricorso giudiziario presso il Tribunale di Pisa, in funzione di Giudice del Lavoro il quale ha accertato la responsabilità dell’ENEL per l'insorgenza della neoplasia e il conseguente decesso, liquidando in favore degli eredi un importo complessivo di circa 800.000 euro, oltre interessi e rivalutazioni.

Da un passaggio della sentenza di condanna emerge la testimonianza di un teste che ha raccontato che: “....i materiali contenenti amianto, coppelle, fibretta e cemento, ci venivano forniti dall'ENEL ( ...)  non vi era una mensa ma consumavamo il cibo che portavamo da casa, talvolta mangiavamo sopra le coppelle”, mentre un altro teste ha sottolineato: “non avevamo mascherine nè altre protezioni dalla polvere”. Del dramma vissuto da Fedeli, , parla un amico che spiega: “praticavamo molti sport insieme come bicicletta, caccia oltre che un gruppo di canto (...) il sig. Fedeli a partire da quando fu informato del mesotelioma cadde in una profonda depressione. In pratica si chiuse in casa e smise di partecipare a tutte le attività di cui ho detto, si chiuse in sè stesso (...) la preoccupazione maggiore del sig. Fedeli era quello di aver fatto sì che anche i familiari contraessero il mesotelioma per il fatto che lui tornasse sempre a casa con la tuta impolverata di amianto”.

“Dopo una lunga battaglia giudiziaria, a 12 anni dalla morte, finalmente giustizia per la famiglia Fedeli con la condanna della società. Molto rimane ancora da fare in Val di Cecina e tutte le province limitrofe per la tutela anche delle altre vittime” – dichiara avv. Ezio Bonanni, che aggiunge: “il 2022 inizierà con un’assemblea da parte dell'Osservatorio Nazionale Amianto insieme alla popolazione, colpita da una vera e propria epidemia di patologie asbesto correlate dovute all’inquinamento”.

La tutela della salute e dell’ambiente è una delle finalità fondamentali dell’ONA, il quale svolge anche una funzione di divulgazione, con la testata Il Giornale sull’Amianto e il Giornale Dell’Ambiente (https://ilgiornaledellambiente.it/). L’associazione ha in corso il censimento dei casi di mesotelioma e dei siti contaminati su tutto il territorio nazionale, oltre a fornire il servizio di assistenza medica gratuita per le vittime amianto, attraverso i medici volontari, grazie alla creazione dell’APP: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.keystoneweb.app.android5ecbe10f2cb4b, lo Sportello Online (https://onanotiziarioamianto.it/sportello-amianto-ona-nei-territori/) e il numero 800 034 294.

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avvocato Bonanni

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