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La grande danza al Napoli teatro festival

print18 giugno 2013 17:28
(AGR) E’ un’installazione coreografica quella voluta dal coreografo Ismael Ivo per la sua rivisitazione della vita di Yukio Mishima, il più talentuoso artista giapponeseche, al culmine della sua brillante carriera, all’età di quarantacinque anni, compì il suicidio rituale dei samurai chiamato Seppuku. Lo spettacolo Mishima-The Garden of ForbiddenDreams,andato in scena alle prime luci calde del tramonto mozzafiato su tutto il golfo di Napoli, nell’arena del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, tra antichi binari e le primissimelocomotive che hanno fatto viaggiare i nostri avi ma anchere e presidenti, sarà nuovamente in scena venerdì prossimo al Festival di Ravello.

Come palcoscenico un’enorme vasca di riso, ampio giardino zen giapponese, in cui a creare disegni sempre diversi non è un rastrello di legno, ma i piedi, le mani, i volti e i corpi degli eccezionali danzatori della compagnia Arabesque/Les Danseurs Napolitains che ruotano attorno al protagonista, il ballerino vietnamita Khai Ngoc Vù, in una danza-rituale dove dieci corpi pallidissimi si muovono sulle musiche di Wagner (eseguito live dalla voce di Angela Luglio e dal violino di Federica Severini), ArvoPärte del gruppo nipponico deiKodò, in un crescendo di passione, dolore, gioia, lotta, sofferenza, amore, in un groviglio di muscoli guizzanti, che danno vita ad immagini evocative, rituali ora lenti, ora velocissimi, ora corali, ora in solitudine, fino all’atto finale, forse un po’ troppo pulp per alcuni, ma che lascia il pubblico assolutamente senza fiato.

“L’aspetto che colpisce è la ricerca ossessiva della bellezza che ha caratterizzato tutta la vita dell’artista Mishima – spiega il coreografo e ideatore dello spettacolo, Ismael Ivo – La bellezza è qualcosa che brucia le mani quando la tocchi, usava dire Mishima che fu un personaggio ossessivo ed io ho voluto evocare questa ossessione anche con la ripetitività di alcuni movimenti, sequenze coreografiche in una processione di immagini dove lacolonna sonora può essere anche l’altalenarsi del respiro.YukioMishima – continua Ivo – è un artista che, come AntoninArtaud, Pier Paolo Pasolini, Jean Genet, Robert Mapplethorpe - si è impegnato a fare della propria arte un documento della sua vita, del suo tempo e della sua esistenza”.

Candido, lineare, nitido, struggente, concettuale, ma anche folle, coinvolgente, tumultuoso ed emozionante, questo Giardino dei sogni proibiti offre al pubblico una completa esperienza sensoriale, che coinvolge vista, udito e, per l’effetto del profumo del riso che viene continuamente agitato, scagliato, fatto piovere e quello del profumo del mare, anche l’olfatto.Realizzato con laCompagnia Arabesque/LesDanseursNapolitains (composta da Giacomo Luci, Francesco Saverio Cavaliere, Elisabetta Violante, Valentina Schisa, Gabriel Beddoes, Roberta De Rosa, Martina Fasano, Giuseppe Paolicelli, Stefano Roveda, Marianna Russo), in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli,il progetto è frutto di una residenza artisticatenutasi a Caserta.

Il pubblico, oltre ad interrogarsi sul concetto di bellezza, potrebbe anche interrogarsi su dove finiranno mai tutte quelle tonnellate di risoquando i danzatori smetteranno di calpestarle. Ebbene nulla si distrugge: tutto il riso utilizzato verrà donato ai canili della Regione Campania. E, a proposito di bellezza, questa è una gran bella cosa....

Manuela Minelli>

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