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Stop a Palestre e piscine, a Roma il nuoto rischia di affondare

Tecnici e gestori degli impianti lanciano l'allarme: l'ennesimo stop per i tanti atleti di prima fascia rischia di affossare il movimento del nuoto. Giustolisi: per farli allenare non possiamo garantire il riscaldamento dell'acqua, i costi sono troppo alti

printDi :: 26 ottobre 2020 18:50
Stop a Palestre e piscine, a Roma il nuoto rischia di affondare

(AGR) Palestre e piscine, il nuovo stop deciso dal Governo rischia di far pagare un tributo pesante allo sport italiano ed al nuoto in particolare, a farne le spese non saranno solo gli atleti di interesse nazionale e quindi la competitività delle nostre nazionali dei diversi sport, ma soprattutto i settori giovanili e gli atleti di primissima fascia, esclusi dal giro azzurro. A pagare il conto al coronavirus saranno anche atleti amatori e tecnici che rappresentano la colonna portante dello sport. Flavio Giustolisi, presidente della Sis Roma nuoto, gestore di tre palestre con annessa piscina a Roma ed Ostia, denuncia la situazione limite in cui si trovano società di nuoto, tecnici, atleti e titolari delle piscine.

“In quest’ultima settimana – sottolinea Flavio Giustolisi – abbiamo ricevuto la visita dei NAS, nei nostri centri, un controllo accurato, come doveva essere, che ha attestato la regolarità dei nostri impianti, puliti, sanificati e controllati. Oggi, invece, lo sport si fa nella vicina pineta di Castelfusano, dove decine di persone utilizzano manubri ed attrezzi all’aperto, senza “sanificare” niente. Non lo dico per fare polemica, ma sono convinto che in questo modo si rischia di fermare il movimento del nuoto in Italia. Ci saranno decine di giovani di “belle speranze” in tutt’Italia, ed in particolare qui a Roma ed Ostia dove nei miei centri si allenano ragazzi di sicuro avvenire, che saranno costretti a fermarsi un mese, se va bene….

 
Nessun operatore privato può tenere in funzione una piscina solo per gli atleti di interesse nazionale – continua Giustolisi . I costi non lo consentono. Il risultato saranno nuove defezioni tra questi ragazzi, ma è tutto il movimento sportivo dilettantistico a soffrire. Siamo una srl dilettantistica, durante il lockdown attendevamo dei fondi che non sono mai arrivati, per riaprire ed assicurare i protocolli di sicurezza che ci sono stati chiesti abbiamo anticipato fondi ingenti ed ora ci vengono a dire che dobbiamo tornare a chiudere, in sei mesi i ragazzi hanno nuotato un mese e mezzo se consideriamo che in estate gran parte delle attività agonistiche si fermano”.

Sulla questione rimborsi la situazione stavolta appare diversa. Il presidente della Fin Paolo Barelli  ha dichiarato all’Ansa: “Conte ha promesso che il Governo provvederà  nell’immediatezza ad erogare ingenti contributi a fondo perduto per i danni causati dalla chiusura delle piscine e delle palestre”

Una dichiarazione che non rassicura Flavio Giustolisi: “Ho ricevuto la richiesta di decine di società di nuoto e pallanuoto di ospitare nelle mie piscine i loro atleti, ma non posso garantire il riscaldamento dell’acqua senza entrate, sono spese troppo ingenti e poi c’è il personale, la necessità, comunque di assicurare i servizi. Credo sia giusto che questo provvedimento deve essere rivisto e ridiscusso, è troppo penalizzante per il mondo dello sport”.

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