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I caterpillar delle frequenze

print22 gennaio 2007 23:01
Paolo Gentiloni - Ministro delle Comunicazioni

Paolo Gentiloni - Ministro delle Comunicazioni

(AGR) Le emittenti locali, inspecial modo se comunitarie, continuano ad essere massacrate dagli Ispettorati Territoriali del Ministero delle Comunicazioni. E il ministro del Più informazione, più libertà è completamente indifferente.

I metodi usati per queste operazioni di pulizia etnica dell’etere sono i più svariati: l’importante è che le emittenti siano sufficientemente piccole, perché con esse si possono usare minacce di chiusura, con prepotenza e senza complimenti, per presunte violazioni della normativa o, spesso, con motivazioni cervellotiche, fumose, o addirittura inconsistenti, sia sul piano strettamente tecnico che su quello della più elementare logica.

Ma i Signori delle frequenze raramente vengono toccati. Gli Ispettorati controllano ciò che vogliono e non vedono ciò che non vogliono vedere! Tutti gli impianti dei Signori delle frequenze sono comandati a distanza in modo da poter variare a proprio piacimento le potenze di emissione che arrivano fino a decine di Kilowatt.

E' scandaloso che non siano emanate norme per l'assetto dello spettro radioelettrico come prevede la legge.

I Signori delle frequenze, con la copertura degli Ispettorati Territoriali, fanno i loro comodi. Sparano decine e decine di KW, modificano i
sistemi di antenne, spostano gli impianti a loro piacimento e si dice che, non si sa come, riescono ad ottenere repentini spostamenti su nuove frequenze.

I segnali dell’emittenza locale che si trova lungo la loro strada vengono schiacciati senza pietà.

Ai piccoli rimangono solo le proteste e le esose istanze "in bollo" presentate agli Ispettorati con tanto di perizie giurate. E qui il meccanismo diventa ancora più perverso e vessatorio.

Se l’emittente, oggetto di sopruso, è fortunata, gli Ispettorati la ignorano e non rispondono.

Altrimenti ha inizio il processo di schiacciamento con obiettivo l’eliminazione. La strategia è sempre la stessa e la tattica non varia quasi mai.

Si comincia con l’ispezione, associata alla richiesta di richiesti congrui anticipi per "campagne di misure", perché è necessario che chi si dichiara interferito prima di tutto non interferisca.

Le misure consistono, in primo luogo, nell'accertamento meticoloso della funzionalità tecnica dell'impianto dell'interferito rispetto alle schede tecniche di censimento del 1990.

Se, per caso, la scheda tecnica del 1990 è imperfetta o errata, allora sono guai. E sono sventure ancora più grosse se, per caso, il vento ha spostato di 10 gradi l'antenna o se il trasmettitore ha fatto le bizze. Ogni minima difformità, anche se creaproblemi a nessuno, porta a provvedimenti restrittivi dell’attività di trasmissione.

Ed è giusto: la legge è legge. Gli impianti delle locali e delle comunitarie devono essere perfetti come orologi svizzeri.

Se poi tutto è in regola, concessioni, impianti, permessi, emissioni, allora il provvedimento può scattare lo stesso. Basta interpretare le misure. Non secondo le regole radio elettriche, o le normative di legge, ma come se fossero un oroscopo, per cui chi, oggettivamente, risulta interferito, diventa oggetto di revoca della possibilità di trasmettere. E se ciò non basta, si aggrava il tutto con presunte, probabili, eventuali, possibili, in attesa di accertamento, irregolarità amministrative.

E’ la logica del lupo e dell’agnello, della famosa favola di Fedro: se tu, oggettivamente, non puoi intorbidare l’acqua che scorre da me a te, allora mi hai fatto un torto e se non me lo potevi fare perché non eri nato, allora è stato tuo padre!


Non risulta però che gli Ispettorati siano così solerti e certosini quando si tratta di ispezionare gli impianti dei Signori delle frequenze. Rare volte questi vengono controllati e se, trovati difformi, c’è sempre una soluzione percorribile per regolarizzare le eventuali anomalie con la "contingente" legge 122/98.

L’unico modo per risolvere il problema da parte delle emittenti locali sopraffatte dai segnali dei Signori delle frequenze è ricorrere alle dispendiose vie legali che, in mancanza del Piano di Assegnazione delle Frequenze, sono l'unico strumento di difesa.

Le emittenti locali che, spesso, vivono solo per un’idea visionaria di pochi associati, volontari e non pagati, non sempre possono permettersi le spese associate ad un’azione legale: avvocati, TAR, tribunali ordinari, querele. Mai possono permettersi i tempi della giustizia!>

Invece tale soluzione è molto gradita, anzi è stata teorizzata e ampiamente praticata, da quelle organizzazioni che sul contenzioso legale hanno fondato le loro fortune.

E' ancora più scandaloso che il Ministero delle Comunicazioni e l'Autorità abbiano abbandonato la realizzazione del Piano di Assegnazione delle Frequenze lasciando così l'etere nel caos più completo; vale a dire nella mani dei Signori delle frequenze senza norme di tutela per le emittenti locali.

Con il caos dell'etere girano piccoli e grossi interessi per il dominio del territorio, per la compravendita degli impianti e per gli impianti abusivi tuttora in esercizio.

Cosa aspetta il Ministero delle Comunicazioni di Roma a indagare sull'operato degli Ispettorati?>

Perchè non si rispettano gli impegni di legge per realizzare il Piano?

Dal Ministro del Più Informazione, più Libertà ci aspettiamo le dovute risposte.

E' urgente riprendere la Pianificazione delle Frequenze (la legge 122/98, firmata da Prodi e dall'allora Ministro Antonio Maccanico, di fronte al caos dell'etere, fu concepita come una contingenza necessaria per tentare di governare l'etere e per gestire le concessioni radiotelevisive), nel frattempo rilasciate, in assenza del Piano di Assegnazione delle Frequenze.

Intanto l'Autorità TLC studiò il Piano delle frequenze radiofoniche e televisive. In particolare il Piano radiofonico andò avanti, fu definito e, nello stesso tempo, congelato per volere dei Signori delle frequenze. Poi altri problemi si sono accavallati e piano, piano... del Piano non se ne è più parlato.

Il 30 aprile 2007 la legge 122 compie 9 anni !!!.

La legge Mammì parlò del Piano 16 anni fa!> Questo periodo è stato più che sufficiente per dare l’opportunità ai Signori delle frequenze di distruggere l'emittenza locale, oramai ridotta al lumicino per via delle quotidiane aggressioni interferenziali subite.

Gentiloni, Calò, Vimercati>, dopo 30 anni di far west dell'etere, non credete che sia ora di attuare il Piano di Assegnazione delle frequenze che, oltretutto, riporterebbe gli Ispettorati ad una sana gestione dello spettro radioelettrico senza particolari vie preferenziali?>



Gentiloni, Calò, Vimercatinon pensate che quanto accade nell'etere e negli> Ispettorati Territoriali sia una vera vergogna?>

Gli Italiani, nonostante tutto, sono ancora fiduciosi e si aspettano una sana riforma della gestione interna del Ministero delle Comunicazioni.

Altrimenti, dal momento che va di moda proporre di modificare la Carta Costituzionale, tanto vale eliminare l'articolo 21, la cui presenza suona di presa in giro per questa Repubblica e per i suoi cittadini. Questo articolo sancisce il diritto al cittadino di poter esprimere in libertà il proprio pensiero. Con ogni mezzo. Anche la televisione.

Ma dopo oltre 30 anni dalla sentenza della Corte Costituzionale, questo diritto è riservato a pochi, che con grandi m>ezzi economici a disposizione hanno creato un monopolio arrogante e pericoloso che ha eliminato dal panorama televisivo le piccole emittenti costrette a chiudere, o a vivere ai margini della disperazione, arroccati a patetiche illusioni che qualcosa possa cambiare.

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
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