Ros, blitz all'alba a Bari, smantellata organizzazione mafiosa con le mani nel settore agroalimentare
Operazione Grande Carro: sono state 48 le custodie cautelari eseguite dai carabinieri che hanno arrestato anche quattro funzionari pubblici compiacenti che avrebbero favorito un sistema di truffe per la percezione di fondi dall'UE per oltre 13 milioni di euro
(AGR) In manette a Bari 48 soggetti indagati a vario titolo per associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi/esplosivi, truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche (anche con riferimento a quelle UE) ed altri delitti, tutti aggravati ex art. 416 bis.1 C.P, per aver agevolato le attività di una organizzazione mafiosa.
I provvedimenti scaturiscono da un’indagine avviata dal ROS che - dopo la cattura del latitante R. F. in Romania - si è concentrata sulle dinamiche criminali riconducibili alla “Batteria SINESI-FRANCAVILLA” della Società foggiana, organizzazione mafiosa sviluppatasi alla fine degli anni ’80 nella Provincia di Foggia, la cui esistenza è stata giudiziariamente accertata da numerose sentenze passate in giudicato. Strutturata in “batterie”, nel corso degli anni, il sodalizio ha subito un fenomeno di modernizzazione criminale che lo ha portato ad orientarsi verso un più evoluto modello di “mafia degli affari”. Le complesse indagini, che hanno a lungo impegnato la Procura Distrettuale e le varie articolazioni del ROS presenti sul territorio nazionale, hanno consentito di documentare: l’esistenza ed operatività di una articolazione della suddetta “Batteria” attiva a Foggia, Orta Nova (FG), Ascoli Satriano (FG) e Cerignola (FG), con interessi su Rimini e l’alta Irpinia, nonché in Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca.
Di particolare rilievo è l’ulteriore porzione dell’indagine condotta in sinergia dal ROS e dal REPARTO CARABINIERI TUTELA AGROALIMENTARE di Salerno, sotto la direzione di questa Procura Distrettuale, che ha consentito di individuare un complesso e sofisticato sistema di truffe finalizzate all’indebita percezione dei fondi per l’agricoltura dell’Unione Europea. Gli approfondimenti svolti nello specifico ambito hanno evidenziato come gli indagati, anche con la connivenza di alcuni funzionari pubblici compiacenti, sono riusciti a percepire indebitamente, tra il 2013 ed il 2018, contributi per complessivi 13,5 milioni di €uro, veicolati attraverso i c.d. “PIF - progetti integrati di filiera”.
Nel corso dell’operazione il ROS e il Reparto Carabinieri Tutela Agroalimentare di Salerno hanno dato esecuzione a due provvedimenti di sequestro:
- preventivo di beni mobili e immobili a carico di 6 indagati, per un valore di circa 3 milioni di euro;
- “per equivalente”, fino alla concorrenza complessiva di 13 milioni di euro, a carico degli indagati coinvolti nelle truffe in danno dell’Unione Europea, quale quantificazione del profitto dei reati accertati nello specifico settore.
Sul piano internazionale, le indagini si sono avvalse del coordinamento di EUROJUST, che ha favorito il raccordo con omologhe autorità giudiziarie estere per ricostruire le attività transnazionali del sodalizio, e del contributo dell’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (OLAF) con sede in Bruxelles, organo dell’UE incaricato di individuare e contrastare le frodi ed ogni altra forma d’illecito a danno dei fondi dell'Unione europea, che ha consentito di acquisire rilevanti elementi di riscontro sulle transazioni economiche connesse alle erogazioni del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).
L’odierna operazione costituisce ulteriore progressione della manovra investigativa e giudiziaria finalizzata a contrastare le attività mafiose nel comprensorio foggiano.