Stop ai retini in spiaggia, "giocare" con gli animali marini è maltrattamento
Nella "pesca" con i retini non c’è nulla di educativo o innocente in questa pratica: è una forma di maltrattamento, e in molti casi è anche un reato, anche se “poi li rimettiamo in mare”. La Protezione animali: Insegniamo ai bambini il rispetto per la vita. Anche in vacanza. Anche in riva al mare.


retini in spiaggia foto da comunicato
(AGR) Ogni estate, la scena si ripete: secchiello, retino e via alla caccia di granchi, pesciolini, gamberetti e meduse. Per molti è solo un gioco, una tradizione da tramandare ai figli. Ma non c’è nulla di educativo o innocente in questa pratica: è una forma di maltrattamento, e in molti casi anche un reato. Sì, anche se “poi li rimettiamo in mare”.Molti non sanno che tutti gli animali – compresi quelli marini – sono protetti dalla legge. Catturarli, anche solo per pochi minuti, può essere letale. Il Codice Penale parla chiaro: articoli 544-bis e 544-ter.
Molti ignorano che tutti gli animali – anche quelli marini – sono protetti dalla legge. Catturarli, anche solo per pochi minuti può essere letale. La legge parla chiaro:Codice Penale, art. 544-bis e 544-ter: uccisione e maltrattamento di animali.
In molte regioni italiane (ad esempio: Toscana, Liguria, Emilia-Romagna e altre) esistono leggi regionali e ordinanze locali che vietano esplicitamente il prelievo e la detenzione di animali marini. E ogni volta che si altera l’equilibrio di un ecosistema, si violano anche norme ambientali, che tutelano la biodiversità marina.
Ma al di là della legge, c’è una questione ancora più grande: rispetto. Per questo l’Ente Nazionale Protezione Animali torna a ribadire: stop ai retini in spiaggia. Insegniamo ai bambini il rispetto per la vita. Anche in vacanza. Anche in riva al mare.
Ecco sei motivi per dire basta a questi giochi crudeli:
1. Il secchiello può uccidere.
Anche se un animale viene rilasciato dopo pochi minuti, l’acqua del secchiello si scalda in fretta sotto il sole. A 40°C, per molti esseri marini è la fine. E i bambini non se ne accorgono nemmeno.
2. È una tortura, non un gioco.
Granchi, pesci e meduse vengono scossi, toccati, girati con rastrelli e palette. Stanno lì, imprigionati, sotto il sole. Davvero vogliamo insegnare ai nostri figli che questo è normale?
3. Il rispetto si impara da piccoli.
Chi impara a rispettare gli animali da bambino, cresce meglio. Lo conferma anche la scienza: uno studio dell’Università di Cambridge mostra che il legame con gli animali migliora empatia e capacità relazionali.
4. Gli animali marini sono straordinari.
Le meduse esistono da mezzo miliardo di anni. Le orche nuotano anche mentre dormono. I delfini emettono 1000 click al secondo per orientarsi. I polpi hanno sangue blu e tre cuori. Perché imprigionarli quando possiamo osservarli e imparare?
5. Ci sono alternative migliori.
Foto subacquee, maschera e boccaglio, ricerca di conchiglie, giochi di osservazione… Le possibilità per divertirsi rispettando il mare sono infinite.
6. Il mare è vita.
Copre il 70% della Terra e produce il 50% dell’ossigeno che respiriamo. Proteggerlo significa proteggere noi stessi. Ogni piccolo gesto conta.