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Monteverde, un condominio si mobilita per tutelare un minore, il dibattito sull'interesse prioritario del bambino

Barbara Funari: il benessere del bambino una priorità assoluta. Monica Lucarelli:ogni misura che comporti la separazione forzata tra madre e figlia deve essere assunta solo in casi estremi. Carla Scarfagna:Tutelare il diritto dei minori a rimanere nella propria casa

printDi :: 15 luglio 2025 18:03
madre e bambina foto pixabay

madre e bambina foto pixabay

(AGR) La vicenda della bambina di cinque anni, affetta da una malattia rara e allontanata dalla madre per essere collocata in casa famiglia in esecuzione di un provvedimento dell’autorità giudiziaria, ha mobilitato un intero condominio da mesi, sino a scrivere alla Premier Giorgia Meloni rappresentando il caso. E’ una storia complessa. I genitori della bambina sono separati da anni e hanno l'affido condiviso. Nel 2023 la mamma ha denunciato il compagno, ed è ora sotto processo per lesioni. Nonostante questo il tribunale ha confermato la sua decisione. Anche il Campidoglio ha preso posizione, l’Assessora alle Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale, Monica Lucarelli, e l’Assessora alle Politiche Sociali e alla Salute, Barbara Funari, hanno espresso profonda attenzione per un caso particolarmente delicato, che coinvolge una minore in condizione di fragilità clinica e una madre già seguita dai servizi come vittima di violenza domestica.

Monica Lucarelli ha dichiarato: “Sempre e soprattutto nei contesti segnati dalla violenza familiare, ogni misura che comporti la separazione forzata tra madre e figlia deve essere assunta solo in casi estremi, con tutte le garanzie di tutela. L’allontanamento di un minore deve restare sempre l’ultima ratio. Se una donna, dopo aver subito violenza, teme che denunciare significhi rischiare di perdere il proprio figlio, si trasforma in vittima due volte. È questa la forma più subdola di violenza istituzionale, ed è un rischio che dobbiamo evitare ad ogni costo. Lo abbiamo ribadito anche all’interno della Cabina di Regia del progetto M.A.R.A., dove stiamo costruendo una rete stabile e integrata per il contrasto alla violenza di genere. È essenziale un approccio che metta al centro la protezione reale delle donne e dei bambini. Le istituzioni devono essere un presidio di giustizia, non un meccanismo che genera ulteriore sofferenza.”

 
Barbara Funari a riguarda ha affermato: "Il principio del superiore interesse del minore – sancito anche dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia – deve prevalere su altre scelte predeterminate. Confidiamo che le richieste formulate dalla Garante per l'infanzia e l'adolescenza Marina Terragni siano accolte e sia valutato attentamente se non ci sia un aggravamento dei rischi di salute della bambina a causa dell'allontanamento. Un caso che evidenzia e conferma la complessità delle decisioni relative all'affidamento dei minori e l'importanza di considerare il benessere del bambino come priorità assoluta. È una situazione che richiede molto equilibrio tra la protezione dei minori e il rispetto della salute fisica e psicologica del bambino. Per questo è assolutamente necessario anche un parere di un collegio medico".

Le due assessore, inoltre, hanno accolto con favore l’auspicio espresso dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e dalla Garante regionale affinché, se ritenuto opportuno dalla magistratura, venga attivata una valutazione clinica indipendente presso una struttura altamente specializzata, che possa esprimersi sulla compatibilità tra il provvedimento disposto e lo stato di salute della bambina, anche in relazione agli effetti potenzialmente traumatici del distacco”.

Sulla delicatissima questione è intervenuta la dr.ssa Carla Scarfagna, sociologa, già giudice onorario del Tribunale dei Minori di Roma e Corte d’Appello sezione famiglia e minori ed ex-Dirigente del comune di Roma che ha affrontato nel corso delle sue esperienze professionali casi simili: “E ci risiamo...trasferimenti in casa famiglia con la forza pubblica di minori che vivono con uno dei genitori non idoneo a facilitare la frequentazione e l'attaccamento verso l'altro genitore.

Neanche l'ultima sentenza sulla sindrome da alienazione parentale sembra aver fatto giurisprudenza...non esisterebbe tale sindrome secondo la Cassazione che ha annullato definitivamente l'allontanamento di un minore dalla madre ed invece, si nota, come ci sia chi, invece, in tale sindrome, ovviamente non citata, priva di alcun fondamento scientifico, trovi ancora le ragioni per indicare come unica via di risoluzione dei conflitti tra genitori separati l'allontanamento coatto di minori, decisione invero neanche tanto frequente in contesti di grave disagio e incuria, proprio in nome di una tutela dei diritti del minore a rimanere nel proprio contesto familiare in alcuni casi veramente difficile e non idoneo ad una crescita sana e priva di rischi concreti.

I Servizi Sociali dell'Ente Locale - continua la Scarfagna-  dovrebbero essere i primi e gli ultimi a dire la loro perché composti da operatori laureati in discipline specifiche, formati ad una elevata e specifica professionalità , ma si sono aggiunte da alcuni anni altre figure spesso con formazioni diverse talvolta anche essenzialmente giuridiche che dovrebbero supportare l'operato dei Servizi e non contendere loro il primato nelle indicazioni /pareri richieste dalla magistratura.

Tale situazione di grande confusione dove gli operatori sono soggetti a denunce da parte dei familiari dei minori che non trovano risposte a loro favorevoli, può causare frequentemente incomprensione tra gli stessi Servizi Sociali e altre figure delegate a ruoli cruciali dalle Istituzioni.

Ci sono stati casi recenti che hanno devastato per anni la vita dei minori portando ad un’esasperazione dei rapporti conflittuali tra i genitori e tra i vari interlocutori istituzionali che sono intervenuti e che si sono alternati nel tempo non potendo dare continuità al proprio lavoro, interrotto dalle continue denunce di cui sono stati oggetto come in un continuo fuoco di fila ...queste sono le peggiori esperienze che un minore possa vivere dove coloro che hanno il compito di garantire la migliore condizione di serenità del minore stesso scelgono invece un confronto che vede posizioni irremovibili senza alternative se non l'allontanamento dalla propria casa familiare.

Se penso a tutti quei minori che si trovano in condizioni di gravissimo disagio ma che, in nome di una tutela delle origini familiari, restano in condizioni di povertà e di cure affettive e materiali, comprendo ancora meno alcuni pareri che suggeriscono in caso di supposta alienazione di uno dei genitori da parte dell'altro nei confronti di un figlio un allontanamento coatto che, come una estrema punizione lascerà una ferita profonda in grado di minare per sempre la sua fiducia nei confronti degli adulti, anche loro sconfitti dall’incapacità o impossibilità di gestire altrimenti la rabbia e il dolore nel conflitto.

Colpisce la posizione dei condomini di uno stabile di Monteverde che si sta schierando contro l'allontanamento di una bimba da sua madre residente in quello stesso stabile, non stiamo parlando di un quartiere periferico, di quelli dove la solidarietà può essere erroneamente vista come una sorta di omertà.

Tutelare il diritto dei minori a rimanere nella propria casa , con le sue cose, i suoi giochi, e quant'altro di personale e dormire nel suo letto, mangiare i cibi preparati nella cucina di casa dal genitore con cui vive, credo che tutto ciò valga di più – conclude la dr.ssa Scarfagna - a fronte del trauma sofferto nell'essere collocato in una casa famiglia anche la migliore, eppure estranea e vuota degli odori familiari, non tutelare tale diritto a preservare la salute mentale del minore è un trauma ed un errore. Non segnate per sempre la vita di un minore con un’ esperienza che può condizionare fortemente la salute mentale del futuro adulto che sarà".

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