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Storia della previdenza sociale: dal Poor Laws inglese al modello borbonico a Napoli

Molto prima dell’Inghilterra vittoriana, il Regno di Napoli anticipava l’assistenza ai poveri e la previdenza sociale con modelli innovativi come il Real Albergo dei Poveri e la Cassa della Carità

printDi :: 14 luglio 2025 08:56
Arturo_Labriola_-_Napoli_1914 - fonte Wikipedia

Arturo_Labriola_-_Napoli_1914 - fonte Wikipedia

(AGR) Tra il XVI e il XVII secolo, l’Inghilterra varava le prime Poor Laws, una serie di norme destinate ad arginare la criminalità attraverso l’assistenza ai poveri. Tuttavia, queste leggi si sarebbero evolute in modo sistematico solo nella seconda metà dell’Ottocento. Incredibilmente, molto prima, nella Napoli del XVIII secolo, si attuavano misure di previdenza e assistenza sociale all’avanguardia per l’epoca.

Nel 1751, Carlo di Borbone promosse la costruzione del Real Albergo dei Poveri, un'imponente struttura ideata da Ferdinando Fuga. Questa istituzione non solo offriva ricovero e sostegno ai poveri, ma anche formazione professionale per garantire loro un mestiere, configurando una prima forma di reintegrazione sociale e lavorativa nel contesto italiano.

 
Un ulteriore passo avanti si ebbe nel 1789 con Ferdinando IV di Borbone, che con lo Statuto delle Seterie di San Leucio creò la Cassa della Carità: un fondo mutualistico dove ogni lavoratore versava una quota proporzionata al proprio reddito. Il fondo serviva a sostenere lavoratori malati, infortunati o in stato di bisogno, e i loro familiari. Lo statuto prevedeva anche cure mediche gratuite, locali per gli infermi e la vaccinazione antivaiolosa obbligatoria e gratuita per i bambini, un elemento straordinario per il tempo.

Il sistema previdenziale napoletano si sviluppò ulteriormente tra il 1813 e il 1831, quando Gioacchino Murat introdusse una trattenuta del 2% sugli stipendi dei dipendenti pubblici da destinare a una pensione futura. Con la restaurazione borbonica, molte riforme furono mantenute: nel 1821 fu fondata la Cassa delle pensioni e sovvenzioni dei professori d'orchestra dei teatri regi, che garantiva pensioni, assistenza sanitaria e sussidi per le famiglie dei lavoratori.

Nel 1831, Ferdinando II istituì una commissione regia di beneficenza che erogava un assegno di disoccupazione per gli invalidi e indigenti, dimostrando una precoce sensibilità per la tutela delle fasce più vulnerabili.

Curiosamente, persino i pirati dei Caraibi, noti come i fratelli della costa con base a Tortuga, avevano compreso il valore della previdenza sociale. Essi destinavano una parte del bottino per sostenere i membri non più in grado di combattere, creando un rudimentale ma efficace sistema di welfare interno.

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Queste iniziative dimostrano come Napoli, già nel XVIII secolo, avesse sviluppato un modello di previdenza sociale ben prima di molte nazioni europee, coniugando assistenza, sanità e previdenza in un’ottica sorprendentemente moderna.

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