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Pavese, Inquinamento ambientale, riversavano rifiuti pericolosi che facevano passare da fertilizzante, sequestrato impianto trattamento

Blitz dei carabinieri forestali a Pavia, sequestro di impianto di trattamento rifiuti di una società pavese e relative quote societarie, due persone agli arresti domiciliari, otto gli indagati per inquinamento

printDi :: 02 dicembre 2021 15:05
carabinieri i rilievi sui terreni

carabinieri i rilievi sui terreni

(AGR) Nelle prime ore di questa mattina il Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia e la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di tre misure cautelari personali, nello specifico due arresti domiciliari ed un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Pavia dott. Luigi Riganti nei confronti di soggetti indagati del delitto di cui all’art. 452 bis c.p. (inquinamento ambientale doloso commesso a partire dal mese di febbraio 2021) mediante reiterate condotte di spandimento di materiale qualificato quale “ammendante”, ossia, utilizzabile come fertilizzante in agricoltura, ma in realtà risultato rifiuto a seguito delle attività investigative.

Ravvisata altresì la fattispecie delittuosa della concussione a carico di uno dei soggetti sottoposti agli arresti domiciliari, in quanto, utilizzando la qualifica di sindaco comunale, costringeva un pubblico ufficiale a non effettuare il controllo richiesto da altro Comune pavese su attività di spandimento di ammendanti su terreni agricoli, attività richiesta dalla cittadinanza all’esito dei forti miasmi percepiti.

 
Contemporaneamente all’esecuzione dell’ordinanza, il Gruppo CC Forestale di Pavia ed i militari in forza ai Gruppi CC Forestale di Brescia, Como, Mantova, Milano, Lodi, Sondrio e Varese, hanno proceduto ad eseguire il decreto di sequestro preventivo dell’impianto di trattamento fanghi sito in provincia di Pavia e a perquisizioni domiciliari e locali, oltre che in società agricole della provincia di Pavia, anche presso impianti di depurazione acque con sede nelle province di Como, Mantova e Sondrio

Le attività investigative, dirette dal Sostituto Procuratore Dr. Andrea Zanoncelli e coordinate dal Procuratore Capo facente funzioni Dr. Mario Venditti, venivano avviate a seguito di numerose segnalazioni di abitanti in aree limitrofe ad un impianto di trattamento rifiuti sito in Provincia di Pavia per odori nauseabondi.

I primi accertamenti svolti dall’Aliquota di Polizia Giudiziaria della Procura evidenziavano la necessità di operare diversi approfondimenti, anche alla luce di ulteriori anomalie riscontrate dalla Polizia Stradale di Pavia che. a seguito di alcuni controlli dei mezzi utilizzati per il trasporto del materiale prodotto nell’impianto interessato, constatava evidenti discrepanze con quanto dichiarato nel DDT (documento di trasporto) dell’ammendante ovvero fertilizzante ai sensi del D.lgs 75/2010 e lo stato di carico del rimorchio controllato. Seguiva pertanto una fase di fitta attività investigativa che si sostanziava in attività tecniche di intercettazione, molteplici servizi di osservazione, pedinamento e controllo, nonché da numerosi campionamenti di materiale qualificato “ammendante” dalla ditta titolare dell’impianto e considerato invece “rifiuto” a seguito dei riscontri investigativi.

Emergeva infatti che la società titolare dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) al trattamento di rifiuti, in particolare fanghi da depurazione delle acque, non osservava il processo di trattamento previsto, immettendo materiale non adeguatamente maturato secondo i tempi richiesti.

Ulteriore determinante supporto alle indagini è stato fornito da ARPA Lombardia, Dipartimento di Lodi e Pavia, che mediante il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria ha messo a disposizione la propria competenza tecnica, collaborando e supportando continuativamente gli inquirenti, sia mediante attività di prelievo e campionamento, sia attraverso l’ispezione dello stabilimento oggetto di indagine.

A seguito dei campionamenti su vari terreni agricoli ove era stato effettuato lo spandimento del materiale oggetto di indagine, veniva appurata inoltre la presenza di livelli di arsenico in concentrazioni molto alte.

Le condotte criminose sono state pertanto interrotte con l’esecuzione del decreto di sequestro preventivo dell’impianto e dell’ordinanza cautelare a carico degli indagati che hanno rivestito ruoli di maggiore rilievo nella perpetrazione del delitto di inquinamento ambientale.

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