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La crisi cancella oltre 78mila imprese

print22 dicembre 2014 14:45
(AGR) Altro che ripresa, altro che manovre e incentivi. Secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio, dall’inizio dell’anno ad oggi, in Italia sono state chiuse 78mila attività commerciali. L’Osservatorio si legge in una nota «ha registrato nel periodo gennaio-ottobre 2014 un numero più elevato di cessazioni (178.106) rispetto alle iscrizioni (100.232) che determinato un saldo negativo di 77.874 imprese». Male il commercio al dettaglio sia alimentare e non alimentare con 25.600 chiusure, alloggio e ristorazione (-13.759), altre attività di servizi (-26.272). Solo il commercio ambulante ha registrato, rispetto ai primi dieci mesi del 2013, una crescita del numero di imprese con un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni pari ad oltre 1.600 unità. La geografia della crisi ci racconta che le aree più colpite sono state il Mezzogiorno con una riduzione di 26.287 imprese e il Nord-ovest (-20.980). A livello regionale, Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Calabria e Sardegna “tengono” per una riduzione del proprio saldo negativo rispetto al 2013 mentre nel Lazio hanno chiuso i battenti 7mila attività. «Alla base di queste dinamiche negative – conclude la nota di Confcommercio - il protrarsi della recessione e la crisi dei consumi delle famiglie i cui effetti si sono esplicati indistintamente sull'intero territorio nazionale».

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