Acque potabili, Lazio in ritardo

30 dicembre 2012 16:05
(AGR) Il prossimo 31 dicembre 2012 scadranno tutte le possibilità di ulteriori proroghe per le deroghe ai parametri delle acque potabili, mancano davvero pochi giorni per riportare tutti i valori delle sostanze previste dal Dlgs 31/2001 al di sotto dei valori stabiliti dalla legge. L’unica regione che non riuscirà a ripristinare i valori, in particolare per l’arsenico, entro la scadenza è il Lazio. La conseguenza è che dal 1 gennaio 2013 per i cittadini dei comuni coinvolti verranno applicate pesanti ordinanze che limiteranno l’uso dell’acqua potabile: oltre il divieto a berla, utilizzarla per lavarsi i denti o per l’industria alimentare anche la limitazione per altri usi come il lavaggio degli indumenti o stoviglie. Se fossero confermati i valori delle ultime analisi dell'ARPA Lazio, aggiornate al Dicembre 2012, secondo le elaborazioni di Legambiente in quarantatré Comuni dell'ATO 1 di Viterbo, sarebbero ben centoquarantuno i campioni che risulterebbero fuori norma per l'arsenico dal prossimo 1 gennaio 2013 e ben 48 i campioni fuori norma per i floruori. La Regione Lazio aveva richiesto ed ottenuto dalla Comunità Europea provvedimenti di deroga per il triennio 2010-2012 per una popolazione che, allo stato della richiesta, per l’arsenico interessava 788.312 abitanti in 86 comuni, afferenti alla provincia di Viterbo (294.306 abitanti, 54 comuni), Latina (283.642, 9 comuni) e Roma (210.364, 23 comuni); la deroga per il fluoro (valore di parametro previsto da D.Lgs. 31/2001: 1,5 milligrammi/litro, valore concesso in deroga: 2,5 milligrammi/litro) riguardava 461.539 abitanti totali in 78 comuni, in provincia di Viterbo (315.523 abitanti, 60 comuni), Latina (1.000, 1 comune) e Roma (145.016, 17 comuni). “E' uno scandalo indecente, a causa dei ritardi accumulati dalla Regione Lazio per l'emergenza arsenico, nei prossimi giorni i Sindaci si troveranno a chiudere decine di migliaia di rubinetti nelle case dei cittadini e nelle imprese, con ordinanze che vieteranno l'uso dell'acqua ai fini potabili –dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio–. Tutti sapevano fin dall'inizio che il 31 dicembre di quest'anno si sarebbe chiusa per fortuna per la salute dei cittadini la possibilità di deroghe ai parametri dell'arsenico e dei fluoruri, così come era chiaro che solo una minima parte degli interventi sarebbe stata completata nonostante il commissariamento invocato e ottenuto dalla Regione. Oggi siamo arrivati al dunque e ancora una volta a pagarla saranno i cittadini, che per mesi o forse anni non potranno avere acqua potabile nelle loro case”. Nel viterbese, l'intervento di potabilizzazione delle acque è stato realizzato con fondi della Regione Lazio, non avendo l'Ato 1 la possibilità di intervenire con forze proprie. I lavori della prima fase sono in corso di esecuzione e prevedono la realizzazione di 33 potabilizzatori in 16 Comuni, dei quali solo i primi 20 verranno ultimati entro il 31 dicembre 2012, mentre i restanti 13 entreranno in funzione probabilmente entro il 31 marzo 2013. Gli interventi di seconda fase, che prevedono la realizzazione di altri 49 potabilizzatori in 35 Comuni, sono ancora in fase di approvazione dei progetti, gara per l'aggiudicazione. La prima fase dei lavori ha visto un costo di 65,6 milioni di Euro, che secondo il piano del Commissario sono stato erogati per 36,4 milioni dal gestore e dai Comuni e per 22,6 milioni dalla Regione Lazio, che ha stanziato anche ulteriori 24 milioni per la fase due. “Ora è certo. Al Governo Monti e alla Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, non importa nulla se gli abitanti del Lazio bevono acqua all'arsenico. - afferma il Presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio - Il 25 ottobre scorso, preoccupati per la lentezza con cui si stava affrontando l'emergenza Arsenico avevamo chiesto al Presidente della Commissione Ambiente On.Alessandri e al ministro della Salute Balduzzi, di convocare in audizione il Presidente della Regione Renata Polverini, che è anche commissario all'emergenza Arsenico, per riferire sullo stato dei lavori della bonifica degli acquedotti. Non è stato fatto e questo è il risultato. A quattro giorni della scadenza delle deroghe concesse dall'Unione Europea l'elenco dei comuni fuori dai parametri è lungo e ci aspetta un 2013, fatto di costi sanitari ed economici per i cittadini, nonchè di multe salate dall'Europa per 300mila euro al giorno. A tutto ciò dobbiamo rilevare, infine, il silenzio del ministro dell'Ambiente Clini, che è molto sollecito quando si tratta di salvare grandi soggetti inquinanti come l'Ilva, ma è molto meno presente quando di mezzo c'è la salute dei cittadini. E il quadro generale non conforta. É di oggi, infatti, la notizia dell'Istat che tra il 2009 e il 2010 le regioni hanno diminuito del 15% i fondi per l'ambiente”.Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti