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Una colazione in riva al mare per le partecipanti al progetto PINK ROOM

Il mare come simbolo di libertà e di ri-partenza per un progetto dedicato alle donne affette da carcinoma

printDi :: 25 maggio 2021 13:51
Una colazione in riva al mare per le partecipanti al progetto PINK ROOM

Una colazione in riva al mare per le partecipanti al progetto PINK ROOM

(AGR) In una cornice meravigliosa fatta di mare, luce, salsedine e spiaggia, le partecipanti al progetto “Pink Room, continuare a vivere da protagoniste” si sono incontrate questa mattina presso lo stabilimento balneare Lido Beach di Ostia per sostenersi a vicenda e ripartire insieme in questo progetto ideato per loro dal Rotary Club Ostia e sostenuto dalla ASL RM3 e dall’Ospedale G.B. Grassi di Ostia.

Il progetto “Pink Room, continuare a vivere da protagoniste” destinato alle donne malate di carcinoma  aveva avuto uno start up nel gennaio del  2020 e purtroppo a seguito della nota pandemia da Covid 19 ha subito un sostanziale fermo e dunque con oggi, si riparte alla grande.

 
Il Covid 19 con la sua pandemia, tuttavia, non ha precluso la volontà dei players per riattivare il progetto, anzi l’ha rafforzata tanto che alcune settimane fa, la ASL RM 3 e il Rotary Club Ostia hanno siglato la nuova convenzione annuale a supporto di questo progetto molto innovativo che potrà essere promosso come una best practice anche presso altri ospedali italiani.

Pink room: cos’è

Si tratta di uno spazio vero e proprio che l’ospedale G.B. Grassi di Ostia ha messo a disposizione delle donne affette da carcinoma che si trovano nella fase post chemio-radio-terapica, fase questa molto delicata in quanto il confronto con le tematiche quotidiane relative ai segni, visibili e invisibili che lasciano le terapie, possono aggravare la loro ripresa ad una vita lavorativa e affettiva di cui sono parte e hanno diritto ad esserlo.

La pink room è una stanza tutta al femminile, con un laboratorio di counselling curato da un’equipe multispecialistica basata su una metodologia multisetting di cui ne fanno parte medici di primario valore, counselor e di estetiste,  che prestano la loro opera a titolo gratuito.

Obiettivo dell’equipe è quello di insegnare alle donne a riconquistare la sicurezza del proprio corpo anche attraverso una rinnovata estetica che consenta loro di sentirsi maggiormente inserite in un contesto sociale sempre più rivolto all’aspetto fisico.

Infatti, i medici metteranno a disposizione delle pazienti incontri di psicologia e psicoterapia individuale e di gruppo, incontri di chirurgia per meglio spiegare la metodologia utilizzata per affrontare questa tipologia di interventi, e infine, le estetiste provvederanno a insegnare loro come migliorare il proprio aspetto fisico dal punto di vista del trucco e dell’acconciatura dei capelli. Non mancheranno poi corsi che insegnano tecniche di rilassamento e tutto il supporto del counseling fondamentale nella relazione di aiuto finalizzato alle condizioni di disagio che le pazienti affette da questa problematica affrontano quotidianamente.

La parola d’ordine del progetto Pink Room è quella di far tornare le donne protagoniste della propria vita senza sentirsi così un peso per la famiglia o per la società, pensieri, questi che portano ad un aggravamento delle patologie attraverso un abbassamento delle difese immunitarie.

La Pink Room come rinascita

Fulvio Leoni, medico ginecologo e socio del Rotary Club Ostia, nonché ideatore del progetto e capo progetto, palesemente entusiasta dell’evento di ripartenza ha confessato di essere molto felice “… per questa nuova opportunità, soprattutto per questa volontà condivisa con le istituzioni che supportano, sul territorio, il nostro progetto rotariano, e che vede la partecipazione di alcuni professionisti counselor e di professioniste dell’estetica. Abbiamo veramente trovato un grande sostegno nella partecipazione di tutti i professionisti appartenenti alle categorie precedentemente menzionate, i quali partecipano a questo progetto proprio con un duplice obiettivo: dare un supporto fattivo all’interno di un progetto sociale che affronta un problema sociale molto vasto e talvolta affrontato in maniera riduttiva; restituire “qualcosa” al territorio dove essi vivono o lavorano. Tutti, dedicheranno il proprio tempo al progetto, in maniera gratuita. Da domani saranno nuovamente pianificati tutti i colloqui individuali con tutte le partecipanti al progetto e contemporaneamente riattiveremo tutta la parte estetica, per poi procedere da settembre ad organizzare i colloqui di gruppo finalizzati all’auto aiuto e motivazionale. In tal modo, le signore troveranno appoggio e recupereranno nuove risorse l’una dall’altra. L’obiettivo è quello non solo attingere dalle proprie consapevolezze ma essere parte e compenetrarsi in una relazione d’aiuto anche alle altre signore che si trovano in uno stesso contesto. È un aspetto importante, quest’ultimo, poiché ognuna di loro potrà recuperare il proprio protagonismo proprio offrendo alle altre, la propria esperienza, il proprio agire e reagire e non sentirsi, perciò sole e inadeguate”.

Al progetto partecipa anche la Uniderm farmaceutici che ha sede sul territorio, che mette a disposizione gratuitamente dei trattamenti topici che possono aiutare le pazienti che partecipano al progetto a ritrovare un benessere a 360 gradi.

La dottoressa Moreschi, direttore del Day Ospital Oncologico dell’Ospedale Grassi di Ostia, presente all’iniziativa ha detto che “..è una grande occasione per le pazienti per ritrovare loro stesse sia nel corpo che nell’anima nell’affrontare la malattia. Per loro anche lo stare insieme, capire come hanno affrontato sia la diagnosi, sia l’impatto con la chemioterapia, sia il rientro alla vita normale di tutti i giorni è importante. Lo stare insieme, il trucco, aiuterà le pazienti a capire come sarà il recupero e accettarsi anche senza capelli, senza sopracciglia che per una donna è molto difficile da accettare, soprattutto se si tratta di donne giovani”.  

Tali problematiche, evidenziate dalla dottoressa Moreschi, affrontate quotidianamente dalle donne vittime di questa patologia, sono state contestualizzate anche dall’avvocato e counselor  Maria Elena Castaldo, evidenziando le forti criticità di riconoscimento di se stesse, della propria “femminilità” e di una serie di problematiche che si sviluppano all’interno di una relazione di coppia, che se trascurate, queste ultime, possono portare a dover gestire ulteriori situazioni negative con ricadute sul sistema immunitario già altamente compromesso, della donna.

Il  Rotary Club di Ostia sempre presente sul territorio

Pensare e proporre progetti importanti per il territorio è questo l’obiettivo del Rotary Club Ostia. E, a proposito dell’evento di questa mattina, il suo presidente Roberto Cepparotti, si è mostrato molto soddisfatto  “… la collaborazione tra istituzione pubblica e organizzazione privata ci consentirà di avere l’opportunità di essere sempre più presenti sul territorio ostiense restituendo al territorio stesso un servizio importante che speriamo possa in qualche modo essere di grande supporto alle pazienti oncologiche, che nell’ultimo anno hanno visto crescere le difficoltà in maniera esponenziale a causa della pandemia. Ora piano piano risaliamo la china e l’obiettivo da traguardare, effettivamente, è che questo progetto possa essere preso come riferimento anche da altre aziende sanitarie con lo scopo di aiutare sempre meglio e sempre più, coloro che si trovano ad affrontare un periodo difficilissimo della propria esistenza, talvolta totalmente in solitudine. Personalmente sono molto soddisfatto di poter riaprire o riprendere questo progetto in modo di offrire un immediato supporto a queste signore bellissime che hanno sofferto molto per cercare di farle tornare alla normalità e di riprendere possesso della loro vita. Ci credo molto e il Rotary continuerà anche negli anni futuri

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