Torino, malattia oculare tiroidea (TED), patologia ancora poco conosciuta
Sulla base del tasso di prevalenza ogni 10,000 abitanti (fonte Perros et al 2017), circa 3.800 pazienti risultano affetti dalla malattia oculare tiroidea in Regione Piemonte. Colpisce in modo prevalente le donne e può manifestarsi in concomitanza o indipendentemente da disfunzioni tiroidee.


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(AGR) La malattia oculare tiroidea (TED -Thyroid eye disease), è una patologia complessa, autoimmune, che colpisce in modo prevalente le donne e può manifestarsi in concomitanza o indipendentemente da disfunzioni tiroidee. Con l’obiettivo di fare il punto su ricerca, innovazione scientifica, organizzazione dei centri di cura territoriali, diagnosi precoce e presa in carico del paziente a livello regionale, Motore Sanità ha organizzato, con il contributo incondizionato di Amgen, global leader nelle biotecnologie farmaceutiche, una serie di appuntamenti dal titolo “Ricerca ed innovazione scientifica che spingono all’innovazione organizzativa: l’esempio della Thyroid Eye Disease”, che ha visto la partecipazione di importanti esponenti del comparto salute.
In Piemonte, la seconda tappa di una serie di incontri in programma nei prossimi mesi in varie regioni italiane, con lo scopo di mettere in luce i bisogni dei pazienti e generare risposte efficaci ai nodi irrisolti che emergono dai vari territori.
Patologia di difficile diagnosi, diventa quindi fondamentale l’approccio multiprofessionale, integrando competenze specialistiche diverse all’interno di reti assistenziali strutturate e coordinate.
“La malattia oculare tiroidea, è una patologia ove il percorso multidisciplinare è imprescindibile per garantire diagnosi precoce, gestione integrata e miglioramento della qualità di vita - ha spiegato Marco Mellano, Dirigente Medico S.C. Oculistica AO Ordine Mauriziano Torino -. E' una malattia infiammatoria autoimmune dell'orbita che può coinvolgere la muscolatura extraoculare, il tessuto adiposo e connettivo periorbitario. Si tratta di una condizione sistemica che richiede competenze integrate per gestire il controllo della funzione tiroidea, la valutazione e il trattamento delle complicanze oculari e l'impatto funzionale, psicologico che esse comportano.
Gli specialisti coinvolti sono molteplici. Non in ordine di importanza l'oculista, l'ortottista, l'endocrinologo, il radiologo, il medico nucleare, il chirurgo della tiroide, l'otorinolaringoiatra e/o il chirurgo maxillo faciale, il neurologo, l'infermiere di percorso/case manager, l'anestesista. Il percorso multidisciplinare prevede la diagnosi precoce, la classificazione di gravità, la stabilizzazione della patologia tiroidea, la valutazione oculistica e ortottica, la decisione terapeutica condivisa, il supporto psicologico, la riabilitazione funzionale e il follow up coordinato fra endocrinologia, oculistica e chirurgia. I vantaggi sono quelli di una diagnosi più rapida, la riduzione di complicanze visive gravi, il miglioramento della qualità di vita, garantendo continuità assistenziale e il monitoraggio a lungo termine, ottimizzando le risorse sanitarie e riducendo ricoveri ed esami inutili”.