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“Non con la mia faccia – #iodenuncio”: Giornaliste Italiane oggi in piazza contro la violenza e gli abusi digitali

Le giornaliste Paola Ferrari e Manuela Moreno hanno raccontato le proprie esperienze di diffamazione digitale e violenza di immagine, ricordando quanto sia difficile reagire quando la propria identità viene rubata e distorta. Presenti: Lucio Malan, Carlo Calenda, Elena Bonetti, Maria Elena Boschi

printDi :: 05 novembre 2025 23:46
Manuela Moreno e Paola Ferrari

Manuela Moreno e Paola Ferrari

(AGR) di Donatella Gimigliano
 

“Non con la mia faccia”. È lo slogan scandito oggi in piazza Capranica a Roma da decine e decine di giornaliste e personalità politiche riunite in un flashmob per dire basta alla pornografia deepfake e le violenze digitali. Un’iniziativa simbolica ma potente, organizzata dal gruppo Giornaliste italiane capitanate da Paola Ferazzoli, dopo la diffusione in rete di contenuti pornografici falsi creati con intelligenza artificiale, che hanno coinvolto anche volti noti dell’informazione e della politica.

 
L’appello alla responsabilità digitale - Sul palco, tra cartelli e microfoni, il messaggio è stato chiaro: la violenza oggi non è solo fisica, ma anche digitale, e si diffonde con la stessa ferocia. “Non vogliamo essere vittime — ha detto la ministra per le Pari opportunità Eugenia Roccella — la libertà delle donne è la libertà di tutti. Va difesa insieme, con responsabilità collettiva”.
Un concetto ribadito anche da Laura Semenzato, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio: “Non è che se un reato avviene in rete non sia violenza. La rete amplifica il danno e lo rende dominio pubblico. Per questo servono norme chiare e applicate”.

Dalla piazza alle leggi, durante l’iniziativa è stato ricordato anche l’ingresso, lo scorso 10 ottobre, del nuovo articolo 612-quater del Codice penale, che punisce chi manipola e diffonde immagini intime altrui con l’intelligenza artificiale, prevedendo pene da uno a cinque anni di reclusione. Un passo legislativo importante, ma ancora insufficiente secondo molte delle presenti, che chiedono un rafforzamento degli strumenti di tutela per le vittime e maggiore formazione per le forze dell’ordine.
Presenze istituzionali e testimonianze - Alla manifestazione hanno partecipato numerose figure politiche, tra cui Lucio Malan, Carlo Calenda, Elena Bonetti, Maria Elena Boschi — lei stessa vittima di manipolazioni a sfondo sessuale — e rappresentanti di diverse testate giornalistiche.
Il flashmob si è aperto con un minuto di silenzio per Octav Stroici, l’operaio morto nel recente crollo della Torre dei Conti, a testimonianza del legame tra lotte per la dignità e memoria delle vittime di ogni ingiustizia.

Alcune giornaliste come Paola Ferrari e Manuela Moreno hanno raccontato le proprie esperienze di diffamazione digitale e violenza di immagine, ricordando quanto sia difficile reagire quando la propria identità viene rubata e distorta.

Un grido corale: “Non con la mia faccia” - L’eco del flashmob è andato oltre Roma: sui social, l’hashtag #NonConLaMiaFaccia è diventato in poche ore un simbolo della resistenza femminile e della richiesta di regole più rigide per le piattaforme online.
“Non con la mia faccia — hanno ripetuto in coro —ma con la nostra voce, libera e consapevole”.

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Non con la mia faccia #io denuncio
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