Roma, la teca della "Quarto Savona" approda all'Istituto "Villa Flaminia", accolta dagli studenti con grande partecipazione
“Quarto Savona 15”, l’autovettura della scorta del giudice Giovanni Falcone, distrutta nella strage di Capaci è stata accolta dagli studenti con un abbraccio simbolico, silenzioso e denso di significati, un "incontro" trasformato in monito e responsabilità per le nuove generazioni.

studenti Villa Flaminia dinanzi alla teca Quarto Savona
(AGR) Nemmeno la pioggia battente ha fermato gli studenti dell’Istituto “Villa Flaminia”, che questa mattina si sono stretti attorno alla teca della “Quarto Savona 15”, l’autovettura della scorta del giudice Giovanni Falcone, distrutta nella strage di Capaci. Un abbraccio simbolico, silenzioso e denso di significati, con cui oltre 400 ragazzi hanno accolto un pezzo di storia del Paese, trasformato in monito e responsabilità per le nuove generazioni.Nel cortile dell’Istituto paritario di viale del Vignola, la teca con i resti della Croma blindata ha rappresentato il fulcro di un incontro dedicato al valore della memoria, alla cultura della legalità e al rispetto delle regole.
L’iniziativa è stata organizzata dalla Questura di Roma, insieme alla Dirigente Scolastica e a Tina Montinaro, presidente dell’Associazione “Quarto Savona Quindici” e moglie di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Falcone.
I giovani studenti, insieme ai poliziotti, hanno ascoltato in silenzio la ricostruzione dei fatti, per poi lasciarsi andare ad un momento di forte commozione davanti alla proiezione del filmato dedicato alla strage di Capaci.
All’evento ha preso parte il Questore di Roma, che ha ricordato il sacrificio di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. “Non dimenticare la strage di Capaci – ha sottolineato – significa assumersi l’impegno di costruire un futuro fondato su rispetto, responsabilità e libertà. La memoria è un dovere, non solo un ricordo”.La mattinata si è conclusa con un lungo applauso degli studenti, un segno semplice ma potente: la consapevolezza che la lotta alle mafie passa anche attraverso la conoscenza e la capacità di custodire ciò che la storia, nel suo dolore, ha consegnato al Paese.
















